Il vento delle parole in libertà...

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Avvicinandosi la primavera, da qualche giorno ad Aosta spira un venticello che porta parole in libertà contro il Comune di Aosta accusato di vessare i propri cittadini con iniqui balzelli quali l’imposta di pubblicità o il corrispettivo introdotto per il rilascio dei permessi per le Zone a traffico limitato.

Come sempre, la prospettiva di osservazione fa la differenza: ciò che per alcuni è un balzello, per l’Amministrazione è semplicemente un percorso per ristabilire il principio di equità.

Infatti, come è stato spesso ribadito, l’incasso derivante dai permessi sarà utilizzato esclusivamente per finanziare il completamento delle postazioni di telecontrollo dei varchi in modo da regolarizzare l’accesso alle ZTL. In questo senso, poiché non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, dotare di un sistema di videosorveglianza tutti i varchi di accesso alle ZTL, significa evitare che chi accede da quelli già oggi presidiati sia penalizzato rispetto a chi passa da quelli sprovvisti.
Senza contare che l’“odioso balzello” (15 euro all’anno per i residenti, oltre a due marche da bollo per la domanda- imposta obbligatoria dovuta allo Stato- da presentare solo il primo anno) serve proprio a tutelare chi all’interno del perimetro delle Zone a traffico limitato - e quindi del centro storico - vive e lavora. È infatti di tutta evidenza che la riduzione del traffico all’interno del centro non potrà che migliorare la qualità della vita dei residenti.

C'è poi chi si indigna di fronte agli avvisi di pagamento (che continua erroneamente a chiamare “cartelle”) dell’imposta della pubblicità recapitati agli esercenti e accusa il Comune di triplicare gli importi per “fare cassa”. Ma se il Comune attraverso i controlli dell’Azienda pubblici servizi Aps, scopre 12mila “pesci in barile” (secondo la definizione di un editorialista della domenica) che versavano un’imposta “minorata” o peggio non pagavano nulla per i propri impianti non denunciati, può il soggetto titolare dell'imposta rimanere omissivo? Siccome tra i cittadini di Aosta non ci sono quelli di serie A e di serie B, la società in house del Comune non può fare altro che richiedere quanto dovuto, ripristinando anche in questo caso il principio di equità. Senza trascurare, peraltro, la possibilità, per gli esercenti, di rimuovere l’impianto abusivo e conseguentemente non dover pagare nulla per il 2014.

Guarda caso, le voci portate dal venticello dimenticano, però, che mentre il Governo tramite decreto ha introdotto la possibilità per i Comuni di aumentare la Tasi dello 0,8 per mille, il Comune di Aosta per la stragrande maggioranza delle abitazioni (escluse quelle di lusso) ha fissato l’aliquota di applicazione all’1 per mille, il minimo previsto dalla legge.

03 marzo 2014 - 22:42
Redazione
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