Imposta di bollo: facciamo chiarezza

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Alcuni cittadini, a volte, nel valutare l'erogazione di servizi da parte dell'Amministrazione comunale giudicano l'imposta di bollo (e quindi il fatto di dover apporre le relative marche su una domanda, o su un documento che viene rilasciato) come se fosse scelta discrezionale del Comune richiederne il versamento.

E' errato e, con questo articolo, cerchiamo di fare luce sull'argomento. Nel sistema fiscale italiano, l'imposta di bollo si applica alla produzione, richiesta o presentazione di determinati documenti. Essa è regolata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 642 del 26 ottobre 1972, oggetto negli anni successivi di più modificazioni (l'ultima, per l'aggiornamento degli importi dell'imposta, è del dicembre 2012).

Il decreto si compone di una quarantina di articoli, una tariffa (in due parti) e una tabella, nei quali si stabilisce se e quanto bisogna pagare di bollo negli atti, nei documenti, nelle denunce e nelle domande che si producono, si richiedono o si presentano ad uffici ed enti. Volendo fare qualche esempio riferito alla realtà quotidiana e agli importi attualmente in vigore: ad una domanda, una denuncia, un ricorso, o un certificato va applicata una marca da bollo da 16 Euro; su una compravendita immobiliare il Notaio richiederà un imposta di bollo di 230 Euro; su una cambiale va versata un'imposta pari al 12 per mille del suo importo.

Da ciò appare chiaro come l'assolvimento dell'imposta sia obbligo di legge imposto dallo Stato, al quale gli Enti locali non possono che conformarsi, richiedendolo ai loro utenti in tutti i casi in cui le norme lo prevedono, senza possibilità alcuna di intervenire su aspetti di dettaglio come le tariffe.

Posta l'obbligatorietà di versare l'imposta, il Comune di Aosta ha scelto (questo sì, per sua volontà) di intraprendere una serie di azioni mirate ad agevolare i cittadini-utenti nell'adempiere a tale previsione legislativa (attuate in particolare allo sportello “amicoinComune”, luogo ove i casi di richiesta di documenti – e quindi di applicazione del bollo - sono più frequenti).

Gli operatori sono pertanto dotati di marche da bollo (delle quali, fino a pochi anni fa, era obbligatorio munirsi privatamente, in punti vendita all'esterno degli uffici comunali), che è possibile pagare, come per gli altri importi dovuti allo sportello, in contanti o con carta Bancomat: accorgimenti per semplificare le procedure e ridurre il più possibile i tempi delle pratiche.

 

24 novembre 2013 - 09:57
CD
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