Sì della Giunta al Piano anti-corruzione

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Introdotto come obbligo per tutte le PA dalla legge 6 novembre 2012, n. 190 (“Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”) il Piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Aosta è stato approvato oggi dalla Giunta.

Il Piano di validità triennale, 2014-2016, rientra tra le misure preventive per contrastare la corruzione e l’illegalità nelle Pubbliche Amministrazioni, previste dalla legge attraverso azioni rivolte ad incrementare la trasparenza e i controlli interni.

Curato dal Responsabile della prevenzione della corruzione (per il Comune di Aosta, il Segretario generale) di concerto con i dirigenti responsabili delle singole Aree, il documento si compone di alcune tabelle di gestione del rischio, elaborate attraverso un iter che ha comportato l’esame e la mappatura di tutti i processi all’interno dell’Amministrazione comunale, le potenziali aree di rischio, la loro valutazione e l’individuazione delle azioni di prevenzione.

In particolare, il Piano individua quattro aree di rischio obbligatorie previste dal Piano nazionale anticorruzione: acquisizione e progressione del personale; affidamento di lavori, servizi e forniture; provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto e immediato per il destinatario (ad esempio, controlli Scia sui attività commerciali o edilizia privata, controlli in materia ambientale, autorizzazioni ZTL) e con effetto economico diretto e immediato per il destinatario (quali assegnazioni alloggi ERP, rilascio prestazioni socio-assistenziali, contributi e benefici economici).

Oltre a quelle obbligatorie, vengono definite altre aree in base alla specificità dell’Ente. Tra queste le espropriazioni, la gestione dei sinistri, i processi di spesa e le concessioni cimiteriali.

Il Piano anticorruzione comunale individua, poi, i meccanismi di contrasto attraverso l’introduzione di misure di prevenzione finalizzate a neutralizzare o mitigare il livello di rischio-corruzione connesso ai processi amministrativi: si va dall’evidenza pubblica dei procedimenti, alla composizione delle Commissioni di concorso, dal rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza alla distinzione tra responsabile del procedimento e dell’istruttoria, dall’obbligo di istruttoria stessa e di motivazione dei provvedimenti, fino al ricorso a Consip o Mepa (o all’analogo mercato elettronico regionale) per forniture e servizi sotto soglia comunitaria oppure all’obbligo di criteri quali la rotazione in caso di ricorso all’albo dei fornitori e di confronto concorrenziale negli affidamenti diretti.

Tra le altre misure previste dal documento, infine, vi sono quelle atte a impedire o verificare eventuali incompatibilità negli incarichi, disciplinare le attività non consentite ai dipendenti pubblici, tutelare il “whistleblower” (vale a dire, l’attività di segnalazione di illeciti da parte del dipendente pubblico) per evitare ritorsioni, monitorare i rapporti tra Amministrazione e soggetti che stipulano contratti con essa, oltre ad indicazioni previste nell’ambito di attività ispettive, concorsi e selezione del personale e nell’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari e vantaggi economici di qualunque genere.

29 gennaio 2014 - 18:09
FM
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